Il verde che paga: da Bridgestone a Kässbohrer, da Saf a Dkv
Sostenibilità è la parola chiave, non solo per i veicoli con o senza motore, ma pure per i loro componenti e per i servizi collegati
Finora chi si avventurava nei trasporti green lo faceva a spese sue o del committente. Oggi l'investimento può avere un riscontro immediatamente contabile, e incassabile, grazie ai certificati bianchi o Titoli per l'Efficienza Ecologica (Tee) che possono valere fino a 250 euro per ogni tonnellata equivalente di petrolio risparmiata (Tep). A certificarlo ci pensa Webfleet, azienda del gruppo Bridgestone, che fornisce un tool di tecnologie telematiche in grado di monitorare puntualmente il parco veicolare e intervenire sui correttivi per ottimizzarne l'utilizzo. Si ottengono così i certificati bianchi che possono essere venduti a terzi o scambiati in un'apposita borsa regolata dal Gestore dei Servizi Energetici.
Coinvolgere tutti gli attori
In questa partita non sono esclusi gli allestitori, come Kässbohrer che, anzi, si sono fatti spesso promotori di azioni volte a sensibilizzare i clienti verso una mobilità a basso impatto ambientale. È recente, infatti, la seconda edizione del K-Expert Talk sull’elettrificazione tenutasi al Transport Logistic di Monaco, dove si sono confrontati i principali attori del progetto europeo Zero Emission Freight Ecosystem. Da parte sua, il costruttore tedesco di semirimorchi e cisterne ci ha messo prodotti realizzati in collaborazione con Zf, ovvero due veicoli con assali elettrificati: il primo è un semirimorchio e-Curtainsider, operato da Scania per strada e per mare tra Svezia e Paesi Bassi; il secondo è un portacontainer da 45 piedi per combinazioni Ems1, sempre elettrificato, sviluppato per Volvo e Dpd, utilizzato sulla tratta Eindhoven–Monaco. Resta, purtroppo, il nodo delle stazioni di ricarica: il 90 per cento di chi ha scelto la ‘via elettrica’ si affida alle colonnine in deposito, rendendo il trasporto a lungo raggio a zero emissioni ancora un rischio operativo.
Come Zf, anche lo specialista in assali Saf-Holland ha la sua proposta di gruppo elettrificato per semirimorchi, si chiama Saf Trakr ed è fornito sia in primo equipaggiamento sia in retrofit. L’energia generata viene immagazzinata in una batteria al litio e alimenta le utenze elettriche secondarie del rimorchio come gruppi frigo, riscaldatori, sponde posteriori, piani mobili o carrelli elevatori elettrici. Il motore sull’asse è raffreddato a liquido con un picco di 20 kW, mentre la struttura portante è disponibile per capacità di carico da 9 a 10 tonnellate. Quindi, i mezzi ci sono e i volenterosi pure: manca l’infrastruttura.
Eppure gli operatori del settore pronti a sfruttarle investono. È il caso di Dkv che ha recentemente stretto un accordo con la società svizzera Move per aggiungere altri 2.200 punti di ricarica al milione già abilitato in Europa, fruibili attraverso la Dkv Card +Charge o con l’app Dkv Mobility, mettendo a disposizione una delle reti di charger più estese d'Europa. E ci sono anche soluzioni per le sedi aziendali (@work). Quella svizzera segue l’integrazione con altre infrastrutture, come quella dell’ungherese Mol che porta in dote punti di ricarica in Romania, Slovenia, Croazia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Quanti di questi siano frequentabili anche dai camion pesanti non è specificato, mentre è sicuramente dedicato a loro il nuovo Dkv Box Europe con protocollo 4G, più semplice ed efficace per l’uso: un ampio display a colori lo rende più rapido e intuitivo: con un solo clic si va ai sottomenu per configurare numero di assi e peso del veicolo; può essere facilmente sostituito con il cavo 2G esistente e funziona in modo indipendente, senza necessità di utilizzare lo smartphone. Combina le tecnologie di comunicazione a corto raggio dedicate e satellitari globali per garantire il corretto pagamento dei pedaggi. Ha un suo sistema che avvisa gli utenti sul livello di batteria basso. Il box riceve aggiornamenti regolari over-the-air e integra automaticamente nuove funzionalità. Attualmente, il Dkw Box Europe supporta 18 domini a pedaggio in 15 paesi europei, tra cui Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Polonia, Portogallo, Cekia (da ottobre) Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera e Ungheria.


