Unrae, mercato dei rimorchi cresce a ottobre: +12,4%

I rimorchi e semirimorchi con massa totale a terra superiore alle 3,5 t sono cresciuti del +12,4% (1.350 unità immatricolate verso 1.201) rispetto al 2024. Si conferma positivo nel mese di ottobre; nei primi dieci mesi dell'anno, le immatricolazioni complessive hanno raggiunto le 12.945 unità, con un avanzo del 13,4% rispetto alle 11.419 dello stesso periodo del 2024 e una crescita dei volumi di oltre 1.500 unità.
"Il mercato di ottobre conferma un andamento positivo e consente di prevedere una chiusura dell'anno in crescita, pur in un contesto ancora caratterizzato da segnali di incertezza", ha detto Michele Mastagni, Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di UNRAE.
"Attendiamo ora che il Fondo Investimenti destinato agli incentivi per il rinnovo del parco – il cui Decreto è stato pubblicato lo scorso mese in Gazzetta Ufficiale – diventi pienamente operativo. Auspichiamo una rapida pubblicazione del Decreto attuativo, che definisca con chiarezza tempi e modalità di apertura delle istanze".
Unrae ha ribadito poi che le risorse attualmente stanziate, pari a 3,8 milioni di euro, sono insufficienti a rinnovare un parco circolante con un'età media di 17,5 anni. 
"Riteniamo non più procrastinabile – ha aggiunto Mastagni – la risoluzione del vulnus normativo che ancora oggi impedisce la circolazione in Italia di complessi veicolari con lunghezza pari a 18,75 metri. Una situazione che perdura da oltre quattro anni, ovvero da quando la Legge n. 156/2021 ha modificato l'art. 61 del Codice della Strada, allineando la lunghezza massima degli autoarticolati alla normativa europea. Tuttavia, il requisito di idoneità dei veicoli trainati agli altri limiti previsti nel Regolamento di esecuzione del Codice non consente, di fatto, la libera circolazione di tali complessi. Ciò determina un ritardo tecnologico ed enormi inefficienze nel trasporto merci in Italia rispetto agli altri Paesi europei. È indispensabile intervenire rapidamente per rimuovere un ostacolo ormai anacronistico e dannoso per la competitività dell'intero sistema logistico nazionale".