Analisi sulle lobbying pro-elettrico

Le pressioni sulle lobbying della transizione verso l’elettrico si ripropongono. Il Green Deal, guidato dall’ormai ex vicepresidente e Commissario Europeo Frans Timmermans, ha procurato non pochi danni al sistema automobilistico europeo. Mentre lobby tornano all'attacco, molti governi europei chiedono all’EU di tornare alla realtà ed al mercato. Un nuovo studio redatto da ECCO e T&E Italia (Tra crisi e transizione: l'industria dell'auto italiana al bivio del Cambiamento) ha analizzato gli impatti economici e occupazionali sull’industria dell’auto nazionale della mancata transizione alla mobilità elettrica. Lo studio non tiene conto degli sforzi autorevoli che molti Governi dell’Unione Europea, compreso quello italiano, stanno facendo per correggere le modalità previste nel Green Deal, considerando in particolare i carburanti rinnovabili, che possono subito consentire di far ripartire la produzione ed il mercato di auto con motorizzazione endotermica.
Dopo aver indagato i rischi occupazionali e i costi per la nostra struttura economica, “certificando” i danni prodotti e che ancor più si produrranno sui livelli occupazionali, lo studio vede come unica possibilità di recupero una serie di iniziative collegate alle politiche produttive, di difficile realizzazione, e suggerisce quindi degli incentivi all’acquisto.
Ma le incentivazioni all’acquisto di auto elettriche tenderebbero a premiare l’importazione di vetture elettriche di basso prezzo, che l'industria italiana ha abbandonato.
Per rilancare l’industria automobilistica europea, è necessario garantire la libertà di movimento alle persone; perseguire gli obiettivi di progressivo abbandono dei carburanti fossili a favore di quelli rinnovabili (come i biocarburanti) e lasciare spazio alla tecnologia, alla ricerca e allo sviluppo.