Le batterie sono da considerarsi sufficientemente sicure soltanto nel momento in cui sono rivestite da un involucro che assorbe l’energia cinetica, orientando la deformazione verso i componenti meno critici (aree di deformazinoe programmata). Di conseguenza, le batterie rimangono intatte.
Il test è andato molto bene. Il veicolo si è comportato esattamente come si aspettavano gli ingegneri svedesi, quindi i risultati sono ottimi: il pacco batterie del veicolo Scania, focus del crash test, nonostante l’urto è rimasto praticamente indenne.
Ma è un duro lavoro: “…e poi tutto finisce in meno di un secondo!”, afferma infatti il collaudatore Jakob Leygraf di Scania R&D. “Organizzare un crash test è un lavoro imponente, poiché creiamo la replica perfetta di uno scenario reale. In questo caso, per realizzare un crash test il più autentico possibile, abbiamo scelto un impatto con vettura”, afferma Leygraf.
Il vero e proprio test avviene solo dopo che sono state effettuate numerose simulazioni. “L’effettivo crash test serve solo a confermare che i nostri calcoli siano accurati”, afferma Mikael Littmann, Head of Mechanical Testing. “Simuliamo più e più volte, con velocità e angoli differenti. La simulazione è uno strumento potente e veloce. Non solo è coinvolto l’intero veicolo, ma anche i diversi componenti vengono testati separatamente”.