Il nome Catta è molto conosciuto tra gli autotrasportatori del nord della Sardegna, grazie a una credibilità e una professionalità maturata in due generazioni (ma la terza è già all’opera). Si rafforza oggi grazie all’apertura di una nuova struttura di assistenza alle porte di Olbia, realizzata in partnership con il nome forte di Scania nell’isola, ovvero Toscandia, che benché abbia il suo epicentro a Firenze guarda con affetto e considerazione ai trasportatori isolani.
Questi trasportatori, grandi e piccoli, si sono dati appuntamento a Olbia per assistere al convegno inaugurale, che ha visto la presenza oltre che delle autorità anche dei vertici italiani di Scania Enrique Enrich e Paolo Carri in testa, che avevano già avuto modo di apprezzare le innovazioni tecnologiche – come le buche ad altezza progressiva – volute da Giuseppe Catta.
Queste le parole del sindaco di Olbia, Settimo Nizzi: “Ringrazio chi ha avuto il pensiero di intraprendere un investimento così importante, un’opera che si traduce in risposte in termini di sviluppo del territorio. Avere un’officina ben organizzata che risponde ad esigenze sempre più attuali e moderne è importantissimo per la comunità e il territorio, soprattutto perché consente di dare pronte risposte a tutti gli imprenditori del settore del trasporto. Olbia è una città accogliente, per noi è importante che chi sceglie di vivere e lavorare qui si senta a casa e, come si fa a casa propria, abbia rispetto del territorio e delle istituzioni. Toscandia sta facendo un grande sforzo per ridurre le emissioni e migliorare sempre di più il comfort e la qualità di vita dei lavoratori”.
Ha quindi preso la prola uno degli ospiti, l’esperto di trasporti e logistica Massimo Marciani, presidente di FIT Consulting e del Freight Leader Council: “Vorrei cominciare con una buona notizia - prosegue Marciani - perché in questo momento abbiamo bisogno di buone notizie: la logistica c’era 2000 anni fa al tempo dei Romani, e la notizia bella è che ci sarà anche tra 2000 anni. Quello che dobbiamo capire è come si evolverà. Autotrasporto è una parte, una componente della logistica. Una parte fondamentale, certo, se è vero come è vero che oltre l’85 per cento della merce in Italia si muove su gomma. Ci stiamo lasciando alle spalle un’economia di tipo lineare, che considerava questo mondo come se avesse infinite risorse disponibili, e ci stiamo rendendo conto che che non è così, e non soltanto per le materie prime, ma per tutto. Noi produciamo rifiuti, scarti: il problema è che cosa ne facciamo, dove li mettiamo. Fino a ieri la questione era dove li nascondiamo, possibilmente lontano dagli occhi, nelle zone più disagiate. Ecco oggi l’economia circolare dà una possibilità enorme ad un paese come l’Italia che è un Paese di trasformazione, un Paese che non possiede materia prima”.
Praticamente un preambolo perfetto per aprire la strada all’intervento di Francesco Garuglieri (qui con Paolo Carri), responsabile Ufficio Transizione di Toscandia che ha lanciato il progetto Tempo Zero, caro alla famiglia Barelli, che altro non è se non un servizio di assistenza e consulenza – gratuita – per aiutare i clienti autoriparatori nel delicato e spesso ignoto passaggio a una cultura elettrificata, a basso impatto ambientale. Ecco che questo servizio aiuta a sostenere step by step le sfide necessarie per una parziale o totale decarbonizzazione aziendale, nella quale il veicolo è soltanto una parte. Ogni azienda ha un suo DNA – afferma Garuglieri -, un suo passo, un suo ritmo, per cui ogni cambiamento deve essere fatto nel rispetto di queste premesse e ogni presa di coscienza deve essere ben sedimentata. Dal 2026 partirà la contabilizzazione delle emissioni da parte delle aziende di trasporti: questi passaggi fatti oggi in maniera tranquilla, consapevole, sono importanti perché ci fanno arrivare a quella data con una forza diversa. Un’azienda ben strutturata supporta anche questi cambiamenti perché vengono percepiti come opportunità”.